Sunday, January 21, 2007

Soon


Odio essere repulsiva, ma la gente mi costringe ad esserlo; la gente non fa mai quello che vorrei. Tutti cercano di essere gentili con me e io provo solo un grande imbarazzo; sento di poter essere gentile solo con gli sconosciuti, quelli che ti guardano sorpresi se scoprono che esistono ancora le persone sorridenti. Ora che ci penso non voglio sentire mai più nessuno, nessuno.
Oggi compio ventidue anni; pare non si possa far niente a riguardo. Mio padre mi porta dei tulipani bianchi così belli, cerca di sorridere, ma io -appena ci sediamo a tavola- mi metto a paingere; odio questa mancanza di confidenza, mi sento a disagio; non voglio nemmeno gli abbracci di una madre che invecchia con me, finisco solo col commuovermi di più e lei non capisce da cosa mi derivi tutta questa tristezza, così faccio sentire male anche lei e lo so che non è giusto. Che umiliazione sapere sempre tutto, ma fallire spesso. Da ieri sera ho paura che prima o poi mi dovranno tagliare una gamba; ora però non riesco a rassegnarmi alla mia altezza, proprio non ce la faccio. Preferirei non poter capire tutto ciò che succede, preferirei essere impermeabile. E comunque sono così triste perchè non posso non pensare che che ho una paura dannata di dover dire di averne ventitre, tra un altro anno. Mi pentirò di tutto questo, già lo so che mi condanno a vivere coi sensi di colpa. Così forse saranno quelli ad uccidere la mia mente: riprendo il controllo del mio destino. Piango e divento sempre più brutta, come se la metamorfosi del mio viso esprimesse il grigiore del mio sentire. Non ho capito bene cosa mi resti da fare, forse fare finta di essere tranquilla, allegra, forse solo normale, specie quando ricevo telefonate: cosa farai oggi? (tono di cortesia semi-giulivo) Niente, che cazzo devo fare??! Non credo che sopporterò per una vita intera il carico di formalità a cui sono sottoposta. Adesso posso gridarlo, tanto sono sola.
Poi, senza rendermene conto, sarò ancora in questa città.

Thursday, January 18, 2007

Play for today


"Funziona così: il cervello esige informazioni visive e i miei occhi non riescono ad accontentarlo.
Quindi il cervello va in tilt.
Se sono in macchina accanto al guidatore è meglio che tenga gli occhi chiusi, altrimenti riesco ad intravedere le cose e le persone solo all'ultimo momento, come se fossero sbucate all'improvviso dal nulla e il cervello mi dà delle scosse dolorose."

Monday, January 08, 2007

Amori, tuonando, rimano - in un lunedì grigio che non può essere per caso.